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Cos’è e a cosa serve il Patto di Attivazione Digitale (PAD)?

Immagine del redattore: Studio ZaffaroniStudio Zaffaroni

Cos'è il Patto di Attivazione Digitale (PAD), come sottoscriverlo e quali sono i requisiti per accedere ai benefici ADI.


Il Patto di Attivazione Digitale (PAD) è un requisito essenziale per accedere ai benefici economici legati alla misura di Attivazione Digitale Individuale (ADI). Dopo aver presentato la domanda sul sito dell’INPS, i richiedenti devono completare un percorso di attivazione sulla piattaforma SIISL.

Vediamo insieme nel dettaglio tutte le domande più frequenti e le relative risposte.


Patto di Attivazione Digitale (PAD): di cosa si tratta


Il Patto di Attivazione Digitale (PAD) è un accordo formale introdotto nel 2023 dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali italiano, nell’ambito delle misure di sostegno al reddito come l’Assegno di Inclusione (ADI) e il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL).


A cosa serve il Patto di Attivazione Digitale?


Attraverso la sottoscrizione del PAD, il richiedente avvia un percorso personalizzato di inclusione sociale e lavorativa, fornendo informazioni essenziali per l’attivazione dei servizi competenti. Questo patto prevede l’impegno a partecipare a iniziative di formazione, orientamento e ricerca attiva del lavoro, facilitando l’inserimento o il reinserimento nel mercato occupazionale.

La sottoscrizione del PAD è obbligatoria per l’erogazione dei benefici economici associati alle misure citate, poiché attesta la disponibilità del beneficiario a collaborare attivamente con i servizi sociali e per l’impiego.


Dove si fa il Patto di Attivazione Digitale?


Il Patto di Attivazione Digitale si sottoscrive attraverso la piattaforma digitale denominata Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL), gestita dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Dopo aver presentato la domanda per l’Assegno di Inclusione (ADI) sul sito dell’INPS, il richiedente deve registrarsi al SIISL utilizzando le proprie credenziali SPID, CIE o CNS.

Una volta effettuato l’accesso, è possibile compilare e firmare il PAD, fornendo le informazioni necessarie per avviare il percorso di inclusione sociale e lavorativa.


È possibile chiedere assistenza per compilare il Patto di Attivazione Digitale?


È possibile richiedere assistenza a un CAF o Patronato per la compilazione e la sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale (PAD), facilitando l’accesso alle misure di supporto come l’Assegno di Inclusione (ADI). Il supporto di questi enti garantisce un’assistenza personalizzata, utile per completare correttamente ogni passaggio della procedura.


Le principali caratteristiche del Patto di Attivazione Digitale


Nel processo di sottoscrizione del PAD, il richiedente si impegna a:

  • Certificare i contatti: fornire recapiti validi per le comunicazioni dei servizi sociali e della piattaforma SIISL.

  • Autorizzare la condivisione dei dati: consentire la trasmissione delle informazioni a enti e servizi accreditati per favorire l’inserimento lavorativo dei componenti attivabili del nucleo.

  • Presentarsi ai servizi sociali entro 120 giorni: dopo la sottoscrizione del PAD, i beneficiari devono recarsi ai servizi sociali entro 120 giorni, pena la sospensione del beneficio, per valutare i bisogni e pianificare eventuali percorsi di supporto.


La procedura successiva alla sottoscrizione del PAD


Una volta sottoscritto il PAD e verificati i requisiti, i dati vengono automaticamente trasmessi al Comune di residenza. Come anticipato nel paragrafo precedente, è essenziale che i beneficiari partecipino a un primo appuntamento con i servizi sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione per formalizzare l’attivazione e definire i passi successivi.

Qualora non si presentasse la domanda senza giustificato motivo, il beneficio decadrebbe. Ogni 90 giorni, chi non risulta attivabile al lavoro deve aggiornare la propria posizione con i servizi sociali o il patronato, assicurando una continuità nel monitoraggio dei bisogni del nucleo familiare.


Il Patto di Attivazione Digitale Individuale


Per i componenti attivabili al lavoro, è prevista anche la sottoscrizione di un Patto di Attivazione Digitale Individuale (PAD individuale). In questa fase, ciascun membro deve compilare il proprio curriculum e indicare almeno tre Agenzie per il Lavoro, formalizzando così il percorso di attivazione. Il processo si completa con la sottoscrizione del Patto di Servizio Personalizzato (PSP) presso il Centro per l’Impiego competente, garantendo un inserimento mirato nel mondo del lavoro.


Chi deve fare il PAD?


Il Patto di Attivazione Digitale (PAD) deve essere sottoscritto dal richiedente dell’Assegno di Inclusione (ADI) o del Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL). Nel caso dell’ADI, il richiedente rappresenta l’intero nucleo familiare e, attraverso la sottoscrizione del PAD, avvia il percorso di inclusione sociale e lavorativa per sé e per i componenti del nucleo.

Per il SFL, invece, il PAD è sottoscritto individualmente dal beneficiario, poiché si tratta di una misura rivolta a singoli individui in cerca di occupazione o formazione. È importante sottolineare nuovamente che la sottoscrizione del PAD è un passaggio obbligatorio per l’erogazione dei benefici economici associati a queste misure di sostegno. La mancata sottoscrizione del PAD impedisce l’avvio del percorso di attivazione e, di conseguenza, l’accesso ai relativi benefici.


Chi non deve fare il PAD?


Il PAD è generalmente obbligatorio per i richiedenti dell’Assegno di Inclusione; tuttavia, alcune categorie sono esonerate dalla sottoscrizione del PAD e dagli obblighi di attivazione lavorativa. Tra queste rientrano i componenti del nucleo familiare che:

  • Hanno un’età pari o superiore a 60 anni.

  • Presentano disabilità certificata.

  • Sono affetti da patologie oncologiche.

  • Ha la presenza di minori di 3 anni, tre o più figli minori, o familiari con disabilità o non autosufficienza.

  • Sono inseriti in percorsi di protezione relativi alla violenza di genere o sono donne vittime di violenza prese in carico da centri antiviolenza riconosciuti o dai servizi sociali.

È importante notare che, sebbene queste persone siano esonerate dagli obblighi di attivazione lavorativa, possono comunque aderire volontariamente a percorsi personalizzati di accompagnamento all’inserimento lavorativo e sociale. In tali casi, l’inosservanza degli impegni previsti non comporta sanzioni.

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