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Posso affittare un immobile non accatastato come abitazione?

Affittare come casa un immobile non accatastato come abitazione può portare a problemi legali e sanzioni. Vediamo quali sono e come evitare spiacevoli inconvenienti.



Affittare un immobile comporta obblighi sia per il locatore che per l’inquilino, ed è essenziale che l’immobile in questione sia correttamente accatastato in base all’uso per cui viene affittato. Locare dei vani non accatastati come abitazione può comportare sanzioni amministrative e problemi legali, oltre a implicare questioni legate alla sicurezza e all’abitabilità dell’immobile.


Cos’è il catasto?


Innanzitutto, è importante capire quale sia precisamente la funzione del catasto, che è un registro amministrativo che classifica e descrive tutti i beni immobili presenti sul territorio nazionale, assegnando loro una specifica categoria catastale. Questa categoria indica la destinazione d’uso dell’immobile, come abitazione, ufficio, negozio o altro. La categoria catastale è fondamentale poiché determina la base imponibile su cui vengono calcolate le imposte, nonché le modalità di utilizzo legale dell’immobile stesso.


Le conseguenze legali dell’affitto di un immobile non accatastato come abitazione


Dare in affitto un immobile che non è accatastato come abitazione può esporre il proprietario a diverse problematiche legali. In primo luogo, un immobile con una destinazione d’uso differente (ad esempio un ufficio o un magazzino) non può essere locato legalmente come abitazione, a meno che non venga effettuata una variazione della categoria catastale. 

Senza questa modifica, il contratto di locazione potrebbe essere considerato nullo. Inoltre, in caso di controversie legali tra locatore e inquilino, come per esempio un mancato pagamento del canone o richieste di risarcimento per danni, l’assenza di una corretta catastazione potrebbe influire negativamente sul locatore. Anche in caso di controlli fiscali si potrebbe incorrere in multe e sanzioni, qualora l’Agenzia delle Entrate riscontrasse che l’immobile è stato affittato in modo non conforme alla normativa vigente.


La procedura per variare la categoria catastale


Per affittare un immobile come abitazione, è necessario che la categoria catastale corrisponda all’uso abitativo. Se l’immobile è attualmente accatastato in una categoria diversa, sarà indispensabile procedere con una variazione catastale. Questo processo richiede la presentazione di una richiesta presso l’ufficio del catasto competente, corredata da una perizia tecnica redatta da un professionista abilitato, come un geometra, un architetto o un ingegnere. 

La perizia dovrà certificare che l’immobile possiede i requisiti strutturali e igienico-sanitari necessari per essere destinato ad abitazione. Solo dopo l’approvazione della variazione sarà possibile procedere legalmente con l’affitto dell’immobile come residenza.

Dare in affitto un immobile non accatastato come abitazione può portare a complicazioni legali. Prima di procedere con un affitto, è fondamentale verificare la categoria catastale dell’immobile e, se necessario, intraprendere le opportune azioni per regolarizzare la situazione. Questo assicurerà che la locazione avvenga in conformità con le normative vigenti, evitando potenziali sanzioni e problemi legali futuri. 

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