Variazione catastale dopo 20 anni, cosa si rischia?
- Studio Zaffaroni
- 18 apr
- Tempo di lettura: 2 min
La variazione catastale è una domanda di correzione dei dati di un immobile: quando è obbligatoria, quali sono i tempi previsti e cosa succede se si presenta in ritardo.

In alcuni casi è necessario fare una variazione catastale in relazione a un immobile. Essa, però, non sempre è obbligatoria e non va fatta qualora le modifiche non siano rilevanti e non vadano a incidere sulle principali caratteristiche dell’abitazione.
Per presentare una variazione catastale occorre rispettare dei tempi. Ma cosa si rischia se prima di fare questa operazione si fa passare un tempo molto lungo?
Vediamo insieme che cos’è una variazione catastale, a cosa serve, quando va fatta e quali sono le conseguenze della mancata presentazione.
Che cos’è la variazione catastale
La variazione catastale è una domanda di correzione dei dati presenti in catasto relativi a un immobile. Dal punto di vista pratico, è un documento con il quale tali modifiche vengono comunicate agli uffici competenti. Per farlo si utilizza il metodo DOCFA che appunto consente di effettuare l’aggiornamento.
Dato che si tratta di un documento tecnico, in genere ci si rivolge a un professionista abilitato, per esempio a un geometra. Nel documento vengono indicati le generalità del richiedente, i dati dell’immobile, il tipo di variazione e gli elementi utili alla modifica.
I tempi affinché venga effettivamente eseguita la correzione sono 7 giorni lavorativi.
Quando è obbligatoria la variazione catastale
La domanda di modifica va presentata obbligatoriamente in tutti quei casi in cui vi sia stato un cambiamento rilevante dell’immobile o una modifica della rendita catastale, ossia:
cambio di destinazione d’uso;
ampliamento dei volumi dell’appartamento;
frazionamenti o, viceversa, fusioni di unità immobiliari;
cambiamenti dell’immobile che portino alla creazione di nuovi spazi, come soppalchi, verande, nuovi bagni.
Quali sono i tempi per la presentazione della richiesta
In genere, quindi, questo documento si rende necessario a seguito di lavori di ristrutturazione e rifacimento di un immobile che portino a cambiamenti significativi. Ma quali sono i tempi da rispettare?
La dichiarazione va presentata entro 30 giorni dalla conclusione dei lavori. Se ciò non avviene e si presenta la domanda in ritardo, occorre fare ricorso al ravvedimento operoso, tramite il pagamento di una sanzione.
Questa è direttamente proporzionale ai giorni del ritardo, e in particolare:
fino a 90 giorni di ritardo, 103,20 euro;
tra i 3 mesi e i 12 mesi, 129 euro;
oltre i 12 mesi, 147,43 euro;
oltre i 2 anni, 172 euro.
Quindi nel caso in cui la variazione catastale venga presentata dopo 20 anni, bisognerà pagare la cifra massima prevista per la sanzione.
Collaboratrice esterna di Immobiliare.it
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